La Grecia è uno dei luoghi in cui ha avuto origine la storia e la civiltà occidentale, una terra di cultura e di testimonianza storica di un passato glorioso. I resti, i musei e le città contengono tutto ciò che si può trovare in un libro di storia o di storia dell’arte.
In questo post vi parlerò delle mete principali dei primi due viaggi che ho fatto in Grecia, raccontando i luoghi che più sono rimasti impressi nella mia memoria.
Itinerario 1 - Giugno 2009 |
Itinerario 2 - Giugno 2010 |
Meteora (Μετέωρα) “La fragilità di un modo di vivere tradizionale che è a rischio di estinzione".
- Località ubicata nel nord della
Grecia, nella pianura della Tessaglia, nei
pressi della cittadina di Kalambaka.
E’ stata la prima tappa del
nostro viaggio on the road e uno dei luoghi più incredibili in cui io sia mai
stata. Appena si giunge in questa regione, ci si trova di fronte a una grande pianura dove si innalzano spettacolari “roccioni” sui quali sono stati costruiti dei monasteri. Gli studi sostengono che le torri di rocce sono nate circa 60 milioni di anni fa, emergendo dal delta di un fiume e ulteriormente trasformate dai terremoti. Dei ventiquattro monasteri edificati con enormi sacrifici in cima a questi massi, attualmente solo sei sono ancora abitati e aperti al pubblico (Agios Stefanos, Agia Triada, Gran Meteora, Varlaam, Roussanou e Agios Nikolaos), i restanti sono caduti in rovina e si sono persi nei secoli. Già dal nome di questo luogo percepiamo l’essenza del posto, infatti Meteora significa "sospeso in aria" e queste torri naturali di roccia creano un mondo sospeso tra cielo e terra. E’ un luogo suggestivo, che sbalordisce lo spettatore e che spinge a domandarsi “ma come hanno fatto i monaci ad arrampicarsi fino a lassù?”. I primi eremiti che giunsero alle Meteore si insediarono tra le cavità naturali delle rocce nell’anno 1000, per innalzarsi verso Dio, nel vero senso della parola. Solo in seguito, a partire dal 14esimo secolo, nacquero le comunità monastiche e i monaci ortodossi, contando solo sulle loro forze e sull’aiuto di funi, scale di legno e carrucole iniziarono a costruire queste fortezze.
Curiosità:
Non solo i monaci ma anche le monache hanno il loro
monastero, quello di Santo Stefano e quello di Roussanou; le donne possono
comunque accedere anche a quelli dei monaci indossando un ‘pareo’ che troverete
all’ingresso (secondo i loro usi le donne devono indossare la gonna)
Delphi (o Delfi - Δελφοί) “L’ombelico del
mondo”
- Città antica, ora sito archeologico situato alle pendici del monte Parnasso, nella Grecia centrale.
La valle di Delphi ospita il celebre Oracolo del dio Apollo. La storia della Grecia classica fu influenzata profondamente dal responso dell'oracolo di Delphi e, fino alla conquista romana, il luogo venne arricchito e abbellito da monumenti votivi, eretti per ringraziare la divinità.
Questa città è definita l'ombelico del mondo, infatti la leggenda racconta che il divino Zeus scelse questo luogo dopo aver fatto partire due aquile da due punti diametralmente opposti della superficie terrestre: i due regali volatili intersecarono il proprio volo sul cielo di Delfi, che venne considerata il centro del mondo.
Il complesso degli scavi si snoda lungo una via principale detta Via Sacra, all’inizio della quale si possono ammirare ancora oggi i resti di tombe, simulacri d'età romana e resti dei thesauroi votivi delle città greche. Si tratta, soprattutto di fondamenta, ma vi sono due grandiose eccezioni: il Tesoro dei Sifni, ricostruito con copie dei materiali originali ed il Tesoro degli Ateniesi, anch'esso riedificato con materiali originali. Salendo ancora lungo la Via Sacra si incontra il vero e proprio cuore del santuario, il tempio di Apollo.
La strada sale lungo
il pendio del monte Parnaso fino a giungere allo stadio, uno dei meglio
conservati dell'Antica Grecia, situato a 645 metri d'altezza. - Città antica, ora sito archeologico situato alle pendici del monte Parnasso, nella Grecia centrale.
La valle di Delphi ospita il celebre Oracolo del dio Apollo. La storia della Grecia classica fu influenzata profondamente dal responso dell'oracolo di Delphi e, fino alla conquista romana, il luogo venne arricchito e abbellito da monumenti votivi, eretti per ringraziare la divinità.
Questa città è definita l'ombelico del mondo, infatti la leggenda racconta che il divino Zeus scelse questo luogo dopo aver fatto partire due aquile da due punti diametralmente opposti della superficie terrestre: i due regali volatili intersecarono il proprio volo sul cielo di Delfi, che venne considerata il centro del mondo.
Il complesso degli scavi si snoda lungo una via principale detta Via Sacra, all’inizio della quale si possono ammirare ancora oggi i resti di tombe, simulacri d'età romana e resti dei thesauroi votivi delle città greche. Si tratta, soprattutto di fondamenta, ma vi sono due grandiose eccezioni: il Tesoro dei Sifni, ricostruito con copie dei materiali originali ed il Tesoro degli Ateniesi, anch'esso riedificato con materiali originali. Salendo ancora lungo la Via Sacra si incontra il vero e proprio cuore del santuario, il tempio di Apollo.
La fatica della ripida salita lungo il pendio per
raggiungere il punto più viene ripagata dalla vista mozzafiato della valle che si può ammirare dall’alto.
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